Barra di navigazione

venerdì 25 settembre 2020

Grillo e il Parlamento

Grillo non crede nel Parlamento ma nella democrazia diretta

Con la vittoria del si al referendum

abbiamo già iniziato a smontarlo, il parlamento. Caparezzaanni fa, cantava più o meno: "siamo nella Endemol Generation, perderemo il diritto di voto per avere il diritto alla nomination".

I tanti sostenitori del sì, che vedevano in questo referendum l'inizio di una serie di riforme utili, non possono negare che la vittoria è dovuta soprattutto non ad una spinta riformista, ma ad una protesta assolutamente qualunquista che vede nel parlamento solo un covo di ladri e di corrotti, la casta da mandare a casa. 

Le parole di Grillo vanno proprio nella direzione che i sostenitori del no temevano.

Democrazia diretta

È un termine suggestivo, Grillo si stupisce del fatto che ancora votiamo con le matite copiative, nell’era del digitale, strappa un sorriso e il consenso di chi lo ascolta e pensa “beh, effettivamente nel duemilaventi…”, e con questo giochino vuol farci passare per progresso ed evoluzione lo smantellamento delle istituzioni democratiche.

Democrazia diretta vuol dire  un referendum a settimana (parole sue): perfetto. Già mi immagino tutti a parlare di Mes, o di come dobbiamo comportarci con la pandemia, o addirittura  di quali siano le giuste cure per il covid, tutti forti di una cultura da wikipedia e da tutorial su youtube.

E poi: una settimana facciamo una bella legge contro il razzismo, sulla spinta dell’indignazione per l’ennesimo pestaggio verso un povero ragazzino nero, quella dopo ne facciamo una contro gli immigrati perché rubano e stuprano e ci portano il covid, che però non esiste.

Grillo a me faceva ridere, quando faceva il comico. 


Nessun commento:

Posta un commento

Nona puntata

     La nona puntata è arrivata. Continuiamo a studiare a leggere e a scrivere. Stephen King ha scritto da qualche parte che se scrivi un...