Barra di navigazione

giovedì 8 ottobre 2020

Breaking Bad

 

Walter White

Ecco un altro dei miei disegni. Forse uno dei migliori.

L'ho messo perché proprio questa sera ho finito di vedere per la seconda volta l'intera serie: le ultime due puntate della quinta ed ultima stagione. 

Non starò qui a parlare di qualcosa su cui hanno già scritto di tutto e poi non voglio certo mettermi a "spoilerare" (termine ormai di uso comune che i miei figli usano anche se gli rivelo cosa mangeranno per cena). 

Quindi:

Cosa vogliamo aggiungere?

Lo hanno già detto che è una delle migliori serie TV di tutti i tempi? 

Mi sembra di sì: vincitrice di sedici Emmy Awards e di innumerevoli altri premi che non staremo qui ad elencare.  Non siamo su wikipedia. Quindi se siete maniaci dei numeri potete controllare lì.

Acclamata dal pubblico e dalla critica sia per la sceneggiatura che per la regia o per l'incredibile livello attoriale dei protagonisti, tanto da finire addirittura sul "Guinnes World Record" 2014 come la "serie con la più alta valutazione di sempre": 99/100 su "Metacritic".

E di Walter White o, meglio, di Bryan Cranston?

Lo hanno detto che è un attore eccezionale? 

Hanno già parlato di come abbia messo in scena una trasformazione talmente radicale che, guardando immagini della prima puntata e poi di una qualsiasi delle ultimesembra di vedere due attori diversi? 

Dico sul serio, si passa dal sosia di Ned Flanders dei Simpson alla personificazione del diavolo.

Quando poi indossa il cappello nero e lo vedi trasformarsi in Heisemberg, lo pseudonimo con cui si fa conoscere nel mondo della droga, ti fa pensare un po' a Clark Kent / Superman, che basta si tolga gli occhiali e nessuno lo riconosce più: Walt indossa il cappello e la sua espressione cambia, cambia il viso e sicuramente cambia qualcosa di più profondo .

Comunque hanno già detto anche questo.

Facciamola breve: se avete riconosciuto il protagonista probabilmente saprete già tutto e sono sicuro che non serva dire altro, ma se siete tra coloro che non conoscono Breaking Bad allora dovreste rimediare in qualche modo.

Abbonatevi a Netflix, compratevi il Dvd se avete ancora un lettore, ma guardatelo.

La storia

Walter White, un genio della chimica, ha un carattere talmente pacato e remissivo da ritrovarsi a fare una vita un po' da sfigato: professore vessato dagli alunni in un liceo e un secondo lavoro in un lavaggio auto, sfruttato e sottopagato. 

Come se non bastasse scopre di avere un cancro!

Fortunatamente in America la sanità è pubbl... ah no, niente! L'assicurazione di Walt copre al massimo un paio di aspirine, quindi la situazione non è delle più rosee. 

Grazie a suo cognato, un pezzo grosso dell'Antidroga, e all'incontro casuale con un suo ex alunno, divenuto un simpatico produttore locale di metanfetamina, al mite Walt viene in mente di far fruttare le sue conoscenze da chimico. Propone al suo ex alunno Jessy Pinkman di mettersi in società per entrare nel giro, quel tanto che basta per guadagnare il denaro necessario da lasciare alla sua famiglia. 

Le cose gli sfuggiranno di mano, e se volete sapere in che modo non vi resta che guardarla.

Avvertenze

Guardare questa serie TV vi farà venire la voglia di studiare chimica.

Guardare questa serie TV NON vi farà venire voglia di creare un impero della droga. 

Guardare questa serie TV vi farà provare tante sensazioni diverse: vi lascerà senza parole, vi farà sorridere, vi farà arrabbiare, persino inorridire e alla fine vi lascerà con l'assoluta certezza di aver visto qualcosa di unico.

Se qualcuno dovesse capitare su queste pagine e volesse dire la sua sulla serie, ben venga. Mentre se per caso siete rimasti affascinati dal mio disegno ditelo pure a parole vostre.

Nella remota ipotesi che invece non vi piaccia il disegno, o la serie o l'articolo, ditelo lo stesso ma non siate distruttivi altrimenti ci rimango male.

La Liggera.




  






venerdì 2 ottobre 2020

Disegnare

La mia passione numero uno

Di passioni ne ho tante: scrivere, leggere, disegnare, suonare, studiare Storia, cantare, fare cose. 
"Fare cose" lo uso per metterci dentro tutte quelle passioni talmente temporanee che durano lo spazio di qualche giorno. 
Lo so che non sarebbe corretto chiamarle in questo modo, ma sei io mi metto, ad esempio, a costruire cestini con le cannucce di carta, cosa che mi è successa ai primi di settembre, in quel momento io la percepisco come una passione. 
Poi passa.
Disegnare no. Non passa. Si assopisce per brevi periodi e poi riesplode.

In principio c'è un foglio bianco

e una matita. Una "h" in genere, punta dura, dalle linee leggere, tenui. Inizio ad abbozzare il disegno, un ritratto, un paesaggio, qualsiasi cosa. Sono linee che non scendono nei particolari, delimitano spazi, non sono neanche così precise, eppure dopo pochi minuti c'è già qualcosa che prende vita.

Allora comincio con un po' di chiaro scuro, magari passo a matite più morbide e il disegno diventa sempre più bello. Ti trascina con se, cresce e tu continui ad alimentarlo con la grafite e più diventa grande più si fa bello. E' un figlio! E "ogni scarrafone...", lo sapete già, no? 

Sono autodidatta

Non ho fatto l'artistico! Anni fa era la domanda che mi facevano più spesso quando vedevano un mio disegno: "Hai fatto l'Artistico" (inteso come liceo). Oggi mi dicono: "dovresti fare un corso". Mi piacerebbe ma mancano tempo e soldi e probabilmente la determinazione a farlo, perchè il resto, volendo, si trova. Oggi poi la rete offre video gratuiti  anche di ottima qualità, allora mi accontento di quelli.

Quindi conosco i miei limiti

Non ho pretese da professionista, non mi permetto di dare consigli e al massimo potrei condividere quali sono stati i miei passi, o quali canali youtube mi sono piaciuti di più, quali tutorial mi sembra siano fatti meglio.

Resta la passione

Mi sono detto che il mio Blog non può prescindere da quella che è la mia passione numero uno. Quanto possa essere utile agli altri non mi è dato sapere, almeno non ancora. Stiamo ancora in fase "embrionale", talmente embrionale che probabilmente neanche una ecografia riuscirebbe a vedere il blog (figuriamoci Google), e quindi non ne hai ancora parlato ai parenti. Lo sai tu, che sta nascendo. Ti senti una donna che ha un leggero ritardo: nulla di cui preoccuparsi, eppure hai quell'aria un po' sognante e ti sembra di avere le tette più grandi. 

Insomma non hai neanche comprato il test in farmacia e ti vuoi preoccupare se sarà maschio o femmina? 

Il punto della situazione

Per concludere: non voglio certo preoccuparmi di quello che sarà il blog. Non ancora almeno. Per ora continuo a mangiare e assecondo le mie voglie. E' lo stesso processo del disegno, in fondo. Delineo le aree con una matita in attesa di scendere nei particolari. 
Ma alla fine... vi è piaciuto il mio disegno? che in questa foto non era neanche terminato!

mercoledì 30 settembre 2020

Scrivo o lascio perdere - utilità di scrivere periodicamente su un blog

Vale la pena provarci con questa storia del blog?

Sono l'ultimo arrivato e già mi faccio queste domande. E magari ora ne scrivo come se potessi dare consigli a qualcuno, come se questo qualcuno leggendo potesse essere illuminato dalle mie parole.

Eppure non sarò certo il solo ad iniziare a scrivere su un blog in questi giorni, perciò mi piacerebbe condividere con tutti i neofiti dubbi e speranze. 

Il calendario editoriale

Ho letto in giro un po' di consigli e pare che il calendario editoriale sia un dovere per chi vuole creare e soprattutto far vivere un blog. 

Condivido. 

Così ho deciso di pubblicare ogni mercoledì.

Mi ero già imposto di dedicare ogni mattina, appena alzato, del tempo al mio blog. Quanto sia questo tempo dipende da cosa devo fare durante la giornata: se attacco al lavoro presto si tratta solo di pochi minuti, se ho il turno di pomeriggio posso anche arrivare ad un paio di ore. Non è moltissimo? Magari tener fede a questo impegno tutte le mattine!  

Dedicare del tempo alla cura del blog significa: leggere altri blog per avere consigli e ispirazione, oppure pensare a cosa scrivere, o a come farsi conoscere; ma se poi non si passa all'azione diventa tutto tempo perso. E quindi ben venga il calendario editoriale. 


Il giorno fatidico

In questi giorni ho trovato un argomento, ho fatto ricerche e ho scritto. Questa mattina, mercoledì, giorno della pubblicazione ho riletto ed ho pensato: "che monnezza!"

Il termine dovrebbe essere abbastanza chiaro a tutti ma se qualcuno avesse dubbi sto parlando di "immondizia". In dialetto romano assume però un colore particolare difficile da rendere in italiano, potere dei dialetti. 

E questo giudizio lapidario ci riporta al titolo: Scrivo o lascio perdere? 

Il consiglio di un vecchio saggio

Il vecchio saggio sarei io, vista l'età (e forse ho trovato un altro argomento su cui scrivere: l'età). 

C'è sempre una buona ragione per non darsi da fare, per rimanere nel proprio guscio, nella propria zona di confort: "Non interessa a nessuno", "Non sono capace", "Non è roba per me". Sono solo alcuni dei pensieri che ti vengono in mente quando vuoi provare a fare qualcosa per te nuova.

Magari hai anche ragione ma come scoprirlo se non provandoci? 

Ben vengano i dubbi, ho paura di chi ha solo certezze, ma in questo i casi i dubbi nascondono solo paura. E la paura è una catena che ci tiene bloccati e prigionieri della routine. Dobbiamo provarci, con leggerezza, con serenità. Cosa può succederci? Qualcuno si farà una risata o ci prenderà in giro per ciò che abbiamo scritto? e questo è davvero importante?

La soluzione del giorno

Dopo tutta sta manfrina, o "pippone" che dir si voglia, vengo qui a spiegare che tipo di decisione ho preso.

Avevo detto che avrei pubblicato il mercoledì? Pubblicherò il mercoledì. Ho scritto questo articoletto, che rileggerò un po' di volte solo per controllare che non ci siano errori troppo evidenti, e lo pubblicherò senza farmi altre domande. Mi è servito? Credo di si. Mi ha fatto intravedere una possibile strada che il blog potrebbe prendere, cosa voglio fare almeno in questa prima fase:

Scrivere per me, per fare esercizio, per aiutarmi a chiarire le idee, e per confrontarmi con gli altri.

Lo so è solo un inizio, e so benissimo che al momento sono il mio unico lettore, ma da qualche parte bisogna anche iniziare. E mi ci sto quasi affezionando a questo piccolino. 

Se qualcuno ha letto e volesse per caso dirmi cosa ne pensa, com'è, o com'è stato, il suo esordio nel mondo del blog, leggerò volentieri il suo commento.

Buongiorno Aureliano 

Nona puntata

     La nona puntata è arrivata. Continuiamo a studiare a leggere e a scrivere. Stephen King ha scritto da qualche parte che se scrivi un...