Un racconto: Eredità
Eredità
Ci sono storie in cui le telefonate arrivano
immancabilmente nel cuore della notte. Sono le telefonate che ti svegliano,
quelle che fanno paura, dalle quali non ti aspetti che notizie terribili.
Altrimenti perché telefonare nel cuore della notte? E poi che ora sarebbe il
“cuore della notte” di preciso? Le due? Le tre?
Non è poi così importante in ogni caso perché la
telefonata con cui questa storia ebbe inizio arrivò più o meno alle undici del
mattino, che non ha un cuore, il mattino, o almeno io non ho mai sentito dire “nel
cuore del mattino”. Comunque erano le undici, dicevamo, le undici di un
martedì. Un feriale settimanale qualsiasi.
La voce mi chiese se fossi proprio io, il signor Virdis,
ed io pensai che sì, ero io, e che questo sarebbe stato l’ennesimo call center
il cui numero sarebbe finito in lista nera.
“Buongiorno signor Virdis, la sto chiamando dallo studio
notarile Morgagni, la chiamo per convocarla in studio. Lei è stato nominato in
un testamento.”
Rimasi in silenzio per un attimo, stavo pensando a cosa
volesse vendermi la voce così gentile al telefono, poi provai a rispondere
qualcosa, tanto per farle capire che non stava parlando con uno sprovveduto.
“Guardi, mi scusi ma non mi interessa, non compro nulla
per telefono e la ringrazio, la settimana scorsa ho vinto un viaggio e sarei
dovuto andare a ritiralo in un hotel qui vicino. Oggi ho ereditato da un lontano parente,
neanche fossimo a Monopoli. Non credo esista nessuno così fortunato, arrived…”
La risata sincera, per quanto almeno mi sembrasse
dall’auricolare di un telefono, non me l’aspettavo, così rimasi con la frase in
sospeso e attesi di sentire ancora la voce.
“Signor Virdis non la chiamo da un call center e non le
voglio vendere batterie di pentole, sono un notaio a tutti gli effetti e la
chiamo dallo studio Morgagni. Se per lei è possibile le vorrei dare un
appuntamento per domani mattina alle 10. Se mi da una mail le invio tutte le
indicazioni”
“Ah, ehm, sì, mi scusi, ma vede, comunque: giuliovirdis
tuttoattaccatotuttominuscolo senzapuntiotrattini… chiocciola…. Hotmailpuntoit”
“Grazie signor Virdis, a domani”
“Grazie a lei e mi scusi ancora, ho parlato con…?”
“Dottoressa …..nzoni”
“Grazie dottoressa, a domani, grazie”
Danzoni? Manzoni? Perché al telefono non si capiscono mai
i nomi?
Ecco, più o meno fu questa la telefonata. Dopo tre mesi circa, dopo aver verificato su
internet che lo studio Morgagni esisteva davvero e dopo tutta la trafila di
pratiche che lo studio gentilmente mi aiutò a sbrigare, venni in possesso della
mia eredità. Un parente di cui neanche sospettavo la conoscenza, aveva lasciato
a mio nonno, e per successione era arrivata fino a me, la proprietà di un
piccolo pezzo di terra in Abruzzo. Una striscia di terra di poco valore,
lontano da qualsiasi centro abitato, in cui un tempo si andava a fare legna per
il fuoco.
Mi domandai a lungo se quel vecchio parente avesse voluto
fare un dispetto a mio nonno, più che un regalo, visto che furono più i soldi
spesi tra tasse e parcelle che il reale valore del lascito.
Pensate che oggi è passato un anno da quella telefonata e
ancora non l’ho visto se non in una foto satellitare. Ci sono solo alberi a
quanto pare e, forse, una piccola costruzione di mattoni la cui natura mi è
ancora sconosciuta.
Ad ogni modo ci vado il prossimo sabato, insieme ad
Ilaria. Abbiamo prenotato in un agriturismo a pochi chilometri da lì. Ilaria
sembra molto entusiasta ed è, come sempre, ottimista. Sarà che quel posto in
fondo ci ha portato fortuna.
Ah! E comunque il cognome era Renzoni. Dottoressa Ilaria Renzoni. La mia ragazza.